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“La jena” di Robert Wise (1945)

"La jena", The body snatcher (1945)

Robert Wise

La jena – conosciuto anche con il titolo di La jena, l’uomo di mezzanotte – è basato sul racconto Il trafugatore di salme di Robert Louis Stevenson e agli omicidi avvenuti in Scozia tra il 1827 e il 1828 ad opera dei cosiddetti assassini di West Port.

La jena è ambientato a Edimburgo, 1981.
Il dottor MacFarlane è un chirurgo e insegnante di medicina.
Rinomato medico in tutta l’Europa, gli viene chiesto di operare Georgina, una ragazzina che non riesce a camminare.
MacFarlane tenta una diagnosi per la malattia ma è costretto a rinunciare a operare la ragazzina a causa dei suoi impegni come docente di medicina.
Intanto, Donald Fettes, un giovane ragazzo orami alla fine degli studi medici, diventa l’assistente del dottor MacFarlane.
Sarà proprio Fettes a cominciare a dubitare delle azioni del suo superiore, soprattutto dopo aver fatto conoscenza con Grey, un vetturino misterioso che aiuta MacFarlane – suo vecchio amico – procurando cadaveri da sezionare, per lo sviluppo della medicina.
Ma i cadaveri, che sono dati dal consiglio comunale della città, non bastano e lentamente viene a galla l’orribile verità di Grey che non dissotterra più le salme dal cimitero.
In accordo con MacFarlane, Grey uccide persone innocenti ricambiato con denaro dal suo amico dottore, in un accordo orribile e silenzioso.
Dopo aver deciso, finalmente, di operare Georgina, per MacFarlane la vita diventa difficile, minacciato da Grey che promette di rivelare il loro segreto.
Altri atti orribili vengono compiuti dal vetturino fino alll’uccisione di Joseph, il domestico di MacFarlane.
Le cose si sono spinte troppo oltre, così il dottore decide di eliminarlo, illudendosi di poter così migliorare come uomo e come professionista della medicina.
Ma il tragico finale rivelerà come la coscienza di MacFarlane sia già troppo compromessa.

Robert Wise gira un film a tinte horror, conducendo a recitare insieme Boris Karloff – nei panni di Grey –  e Bela Lugosi – il domestico di casa MacFarlane – per l’ultima volta.
Utilizzando un bianco e nero cupo, un gioco di luci notevole, personaggi che si muovono riprendendone solo l’ombra riflessa sul muro, Wise inserisce in la jena anche una riflessione sulla scienza, medicina e i suoi sacerdoti.
In La jena il vero “orrore” è nell’uccidere, “interrompere” la vita di persone innocenti per cercare di garantirla ad altri tramite la scienza.
La scienza al servizio di un potere che uccide, immorale.
Grey e MacFarlane sono complici di una scienza che vuole innalzarsi al potere, la medicina che si macchia di morte e perde i suoi artifici per innalzare, invece, la vita.
“MacFarlane è sulla via della scienza, non della guarigione” spiega l’assistente Fettes alla madre di Georgina.
Questo orgoglio impazzito porterà i due complici allo scontro definitivo.
Il dottore sentirà delle voci provenire dal suo inconscio chiamarlo: è l’incubo di Grey che ritorna – la scena vede una corsa in carrozza di Fettes e MacFarlane, dopo aver dissotterrato un cadavere di una donna. Uscendo di strada, sotto una pioggia insistente, appare bianchissimo la salma di Grey ma non è altro che l’immaginazione malferma di MacFarlane.

La Jena è un grande film.
Grande prova di regia di Robert Wise e grandissima prova degli attori, compreso un anziano Bela Lugosi, curvo e taciturno.
Bellissima l’atmosfera creata dal regista, in una Edimburgo cupa, piovosa, abitata da ombre che si attaccano furtive ai muri delle vie strette.
Arricchita di mistero con i toni grigi marcati, La jena porta con sé l’atmosfera misteriosa di Edimburgo dell’Ottocento romantica.
Le parole di Ippocrate “La strada della conoscenza nasce dalle tenebre e sfocia nella luce” concludono il film, riassumendo quasi alla perfezione le immagini del grande Robert Wise.

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