Mr Long
Mr Long è un film sommerso da un crudo realismo.
Le baracche del quartiere povero, le piccolissime case, le strade di fango.
Ma intanto Sabu affetta, come fosse pane, precisamente i vari generi che affronta.
Attraversa il dramma familiare, poi tratteggia di spunti di commedia slapstick.
Mischia i generi in modo leggerissimo.
Sabu fa esistere un film che parla diversi linguaggi e un protagonista che non parla né conosce la lingua del paese dove si trova.
Mr Long è un killer espertissimo nell’uso del coltello e si ritrova in Giappone seguito da un bambino che inizialmente gli porta da mangiare e che successivamente gli sarà d’aiuto in un’attività di ristoro.
Sì perchè Mr Long è un cuoco fantastico e con il carretto che gli viene procurato da persone del quartiere prepara ottimi noodles al manzo.
La gentilezza degli amici di quartiere regala al bambino un giorno alle terme.
Deciderà di andarci con sua madre e Mr Long.
Faranno anche piccole creazioni, dei piccoli bicchieri sui quali ognuno dipinge qualcosa.
- Un film quasi senza parole
Sabu crede nel suo talento e mostra quasi un film muto.
Mr Long è un film senza parole. Quasi.
Sono i gesti e il corpo a parlare, ognuno è portatore di azioni e gesti che convergono verso l’altro come forma espressiva e comunicativa.
Ognuno ha un carattere gestuale – violento o affettuoso, sofferente o sorridente, solidale o egoista.
Su questo frangente, il personaggio più sofferente e “drammatico” risulta essere la madre del bambino.
Cercherà a piccoli passi di uscire dal mondo della prostituzione e dell’eronia. Vincerà e fallirà, altilenando momenti di euforia e gioia dovuti soprattutto alla gentilezza “muta” di Long.
Sabu crea un mondo incantato dove esistono i gesti delle persone prima ancora delle parole.
Mr Long incontra per la prima volta persone che si dimostrano portatori di gesti preziosi e autentici – dove il gesto è inteso come azione lodevole e buono.
Il mondo della parola resta un contenitore di un linguaggio che è qualcosa di semplicemente in più.
- Il coltello, la cucina
Mr Long affila i coltelli ed è anche un ottimo cuoco.
Il suo piccolo slancio è quello di cucinare per gli altri, prima ancora che per se stesso.
Anche la culinaria diventa quindi un gesto, un modo di dare agli altri e fare per gli altri.
Un atto di comunione e di pace.
Ma lo svolgimento del film fa capire come le due qualità del protagonista non possano coesistere – fino al tremendo e folgorante combattimento tra killer rivali.
Long resta comunque un uomo solo nonostante la sua voglia di fare bene per gli altri.
Un uomo difficilmente penetrabile, un killer che ha qualche lacrima d’affetto per quel bambino che lo aiutava a sistemare il banchetto e a cucinare per i passanti, in una piccola piazza.
Mr.Long è un film da non perdere e capace di tutto, anche di stimolare un po’ di piccole lacrime.
Sabu è lo pseudonimo dell’attore e regista giapponese Hiroyuki Tanaka.