Vendicami
Titolo
“Fuk Sau”, titolo nella versione originale cinese
“Vengeance” in quella inglese
Il vento nella terra inospitale della discarica dei rifiuti la trasforma in un deserto di disputa con rivoltelle dai toni western.
Vendicami è un noir piovoso, cupo, dai colori spenti.
Un noir potente e sibillino, una storia di vendetta nel sottofondo di scelte umane a dimostrazione di valori come l’amicizia e la nobiltà.
Inizialmente, pare che Johnnie To volesse come protagonista Alain Delon – citando il film Frank Costello faccia d’angelo.
Francois Costello è uno chef di Parigi, arriva a Macao dove sono stati assassinati il genero e i nipoti mentre la figlia, gravemente ferita, è rimasta in vita.
Decide di legarsi a tre gangster per compiere la sua vendetta.

Con Vendicami Johnnie To si allontana dai suoi film migliori come Election con una trama semplice, non intricata e concentrica come altri suoi lavori.
Un film ben costruito che riesce a soddisfare sia la parte di pubblico orientale sia quella occidentale.
Personaggi trattati con cura, la loro psicologia è sicuramente semplice ma profonda – i gangster prendono le parti del loro padrone Costello, un antieroe dal presente e passato cupi e dolorosi; accettano in loro stessi la volontà profonda del richiamo dell’amicizia, della solidarietà, del legame nobile.
Due sono i temi cari a To che ritornano anche in Vendicami.
Il killer viene chiamato al proprio dovere dietro compenso in denaro, come prima istanza.
Successivamente, il suo codice di onore e nobiltà d’azioni lo spinge a compiere una scelta su chi seguire, su chi legarsi fino alla morte, a compimento di un’obbedienza verso il proprio capo.
Un principio di amicizia virile anche verso i propri compagni di battaglia, da difendere e dai quali essere difeso.
Altro tema è il cibo.
Cucinare per i propri amici e condividere la tavola è un momento dove gli animi si placano, dove c’è tempo tranquillo per avvalorare ancora il proprio coraggio e la propria fedeltà, la propria forza.
In Vendicami, degna di memoria e girata con grande finezza tecnica e di montaggio, la sequenza della sparatoria tra il trio di Costello e i membri rivali di Feung.
Il tutto avviene in una discarica di rifiuti, tutti i gangster prendono rifugio dietro balle di rifiuti compressi, le fanno roteare per avanzare verso il nemico.
Mentre il vento sembra assecondare la sete di vendetta e lotta.
L’uso del ralenty va a compimento per una scena che diventa quasi mistica, surreale, scontro di samurai in giacca e camicia.
Il trio di Costello affronta una morte certa ma non abbandona il campo di scontro.
Nel momento in cui si accendono a vicenda una sigaretta, allora è compiuto il disegno delle loro vite e si getteranno fino all’estremo per onorare le loro azioni.