brevi recensioni - cinema

Tesnota (2017), di Kantemir Balagov

Da vedere!
5/5

Il 26enne Kantemir Balagov, allievo di Sokurov, 
nasce il 1991 proprio a Nal’čik, dove è ambientato il film Tesnota.
Balagov Firma:
REGIA
SCENEGGIATURA
(con Anton Jarus)
MONTAGGIO

Tesnota di Kantemir Balagov è un racconto drammatico di formazione.
tutte le formazioni che ne stanno alla base sono compendi di un regista che ha 26 anni quando questo film – la sua opera prima – è uscito.
Tesnota ha una formazione compositiva che fa impressione.
Una composizione estremamente bella.
Balagov “prende la parola “ velocemente attraverso i titoli di testa del film.

Dice “Sono Kantemir Balagov e sono cabardo.
Sono nato a Nilchik, in Russia.
La storia che racconta è avvenuta in quella città, nel 1999”.
Balagov esce da un probabile discorso diretto “dietro la macchina” e comincia a costruire il suo drama, con un’intesa raffinatissima tra i costumi e la fotografia.
Il valore estetico dei colori è altissimo, emergono i colori blu di Klein, arancione che vira quasi al rosa, il marrone.

Tesnota ha una trama facile, risvolti duri, durissimi a volte.
Brevemente, Ilana aiuta il padre a riparare auto nelle loro officina famigliare, Nal’čik capitale della Cabardino-Balcaria. E’ di famiglia ebrea.
Una tragedia corre luno i bordi: il fratello di Ilana, David, viene rapito insieme alla moglie.
Il riscatto è un qualcosa di finanziario che va ben al di là delle possibilità del padre e della madre.
Quindi, vendendo tutto quello che hanno e ,a sua insaputa, promettendo a Ilona il figlio di un rabbino in sposo, proprio Ilona andrà a liberare il fratello.
Tuttavia, le avversità per la ragazza non sono per nulla alle spalle.
Tesnota ha come principale protagonista Ilona e un’ombra non sua che è quella della madre.
Proprio quest’ultima ha atteggiamenti tirannici e malinconici insieme, il bersaglio è quello rappresentato dalla figlia.
Ilona, infatti, nonostante la giovane età frequenta, innamorandosi, un ragazzo cabardo con il quale Ilona interrompe i fastidi e sacrifici domestici.
E’ un allontanamento che forse lei progetta non direttamente ma lo vede e lo sente compiere.

Il tema dell’allontanamento – che diviene a tutti i costi una vicinanza di forza, come suggerisce il titolo è uno dei temi  importanti del film Tesnota.
Balagov allinea due diverse “nature” di allontanamento:
C’è l’allontanamento inteso come oppressione familiare, vissuto sulla povera pelle di Ilana-
Questa oppressione è un atto antisociale a “doppia” azione, può sia inserirsi in un focolare e distruggerlo da dentro sia un atto che comprometterà legami familiari ed extrafamiliari.
Le stanze della casa di Ilona sono un “paesaggio”di rapimento che avviene a occhi aperti; un rapimento doloroso e silente, sfilacciando i sentimenti appena gustati dell’adolescenza.
Poi c’è un “rapimento tecnico”, quello che si conosce, fatto da malviventi professionisti.

In Tesnota, Ilana è anche l’artefice di una forma di libertà che lei stessa vuole raggiungere, soprattutto per motivi che possano allontanare la madre.
Due scene importanti per questo frangente: l’impressionante piano sequenza del rapporto sessuale di Ilana con il suo ragazzo, avvolti in rosso da camera oscura e in un magazzino minuscolo; l’altra scena è praticamente collegata: Ilona informa la madre e la famiglia del rabbino che ha perso la verginità e che quindi il “promesso” sposo ha poche possibilità.
Il tema della famiglia come sbarra – e non come corridoio verso cose libere – tenterà di compiere il suo destino di famiglia matriarcale dove il padre ha pochissime cose da dire.
Una battaglia al gioco del rilancio, una battaglia che ha sempre una unica sede: la famiglia .
Si sente – e si vede – spesso la madre di Ilana rimuginare per tentare ogni strategia che non permetta alla famiglia di dissolversi.

Alla fine, nella decisiva partenza madre padre e figlia, a fronte della vergogna che il resto dei rabbini prova per loro, il figlio David si rifiuta di seguire i genitori e la sorella.
Balagov, attraverso il fratello David, suggerisce la riflessione che vede i figli naturalmente adatti, a un certo punto della vita, a tagliare il laccio familiare.

Ma in Tesnota, c’è qualcosa di cavernoso in più di tutto questo.
Perchè Eliana possiede una profondità “in più”.

Siamo nel finale quando la voce della donna arriva al marito “I nostri figli sono tali proprio perchè pronti a una vita tutta loro”.
Risuonano come piccole campane, queste parole saranno poi aggiustate divenendo sensi di colpa in forma di peso per Ilana..
Dunque, un abbraccio finale tra le due, nelle vicinanze di una semigrotta con cascata d’acqua.
Un abbraccio che si rivela pian piano teso, come qualcosa di soffocante.

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