"Solo gli amanti sopravvivono" (2013)
Detroit
Adam vive in una vecchia casa in un quartiere abbandonato.
E’ un vampiro, sopravvissuto attraverso il tempo e vissuto nei secoli della Storia.
Tra chitarre originali d’epoca e altri strumenti a corda, pedali di modulazione sonora, vecchi registratori a bobina e un mixer trafitto di cavi, compone musiche funebri.
Funebre come la sua anima, depresso e tendente al suicidio.
Il suo unico contatto con il mondo esterno è Ian – che gli procura le chitarre e un proiettile di legno – e un medico – che gli procura sangue non contaminato dietro somme di denaro.
Tangeri
Eve è l’amante di Adam.
Trascorre le notti a leggere e sfiorare con mano le pagine di vecchi libri, dotata di un tatto evoluto con il quale riconosce come e quando è stato costruito un oggetto, un libro, un liuto.
Il suo caro amico è Christopher Marlowe – il grande John Hurt -, anche lui sopravvissuto ai secoli, che procura sangue pulito ad Eve e che continua, seppur stanco, a scrivere poesie e poemi.

In un lungo volo notturno, Eve si ricongiunge a Detroit con Adam, dove vivono di passione, musica, danza e ricordi di Lord Byron e Percy Bysshe Shelley, “vecchi” amici di Adam.
Con l’arrivo di Ava, sorella di Eve, la loro vita cambia.
Ava è infantile e viziata, non possiede nulla dell’anima romantica della sorella. E in poco tempo finisce le scorte di sangue di Adam, distrugge in una notte movimentata le sue chitarre e uccide, succhiandogli il sangue, Ian.
I due amanti sono costretti a fuggire e tornano a Tangeri.
Ma il vecchio Marlowe è morto e il sangue pulito è finito.
Dovranno nutrirsi di sangue direttamente dalle loro vittime, sotto la luna marocchina.
Jim Jarmusch scrive, dirige e firma un’opera bellissima, dark e romantica.
Nessun esercizio di stile, nessuno svago.
Jarmusch descrive talmente bene la superficie dei due protagonisti che ne possiamo, intanto, cogliere anche l’anima.
Non ci sono specchi che riflettono il niente, crocifissi e agli appesi su qualche parete.
Adam – un intreccio tra Rozz Williams e Nick Cave, con le sue musiche che potrebbero stare tra i tamburi cupi di Pornography e il passo lento di Venus in Furs – e Eve sono due perfetti e moderni Adamo ed Eva.
Sono personaggi nobili, crepuscolari, legati alla vita e rispettosi del mondo che li circonda.
Non danneggiano nessuno – come farebbe naturalmente ogni creatura vampiresca – , sono consapevoli che il mondo è ormai ferito e in fiamme – per loro gli esseri “umani” sono zombie.
E così si cibano di ricordi, di poesia e musica – Adam compose un quintetto d’archi per il suo amico Schubert, ricorda con tenerezza e malinconia i grandi della scienza, Newton, Darwin, Galileo e Tesla con le sue scoperte rivoluzionarie.
Jarmusch ci mostra una luce statica e inquadrature di interni bellissime; colori densi e notturni – il viola, il blu, il bianco lunare di Eve.
E’ un intellettuale, come intreccia colori così intreccia la musica che dosa, con cura magnifica, e spazia da effetti Larsen di chitarre elettriche a accenni alla musica Gnawa e suoni di saz – Le musiche sono firmate dall’olandese Jozef van Wissem.
“Solo gli amanti sopravvivono” è un film di alta scuola, profondo, notturno.
Così che Jarmusch ci regala una pellicola bellissima.

